E c’è il mare dietro le mura, di Maruzza Dardanoni
Non so quante città abbiano la prigione all’interno del centro abitato. Palermo e’ una di queste.
Ucciardone è il nome della nostra casa circondariale, a pochi passi da via libertà, non cento, qualcosa di più.
Da ieri è stata intitolata all’agente Di Bona ucciso dalla mafia. Si narra che all’ucciardone si stesse bene: con aria condizionata, cene a base di champagne e aragoste.
Sono famosi i racconti di brindisi dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio.
Palermo e le sue mura, i suoi segreti, i suoi delitti e la mafia.
Il venerdì santo la processione di piazza croci si ferma sotto le mura del carcere, i detenuti con le mani protese tra le sbarre e la Madonna isata verso il cielo e Gesù distante da lei, si incontreranno solo a notte fonda, prima di rientrare in chiesa, in un balletto d’amore e morte.
Le spose, le madri, le figlie vanno sotto le mura a cercare di riconoscere i loro mariti, i figli, i padri dai polsi, dalle dita e cantano dalla strada a raccontare la vita fuori mentre dentro la vita è sospesa.
E c’è il mare dietro le mura e i gabbiani con il loro volo sfottono i galeotti che l’unico volo è nella loro testa, in una canna, nel parlatorio stringendo mani che forse hanno spezzato.
Palermo libera carcere per chi ruba uccide e si batte il.petto, perché lo sai che i mafiosi amano Gesù e bagnano di sangue i santini affiliando picciotti.
Gucci ed Hermes stanno lì sfavillanti, e i neon dei corridoi gliela sucano alle vetrine.
Ucciardone ci ricorda i nostri morti, i nostri peccati, le colpe che molti non pagheranno mai.
Chissà se fioriscono i papaveri in cortile e se la partita secondini contro carcerati sarà dedicata all’agente Di Bona e se prima che si spengano le luci qualcuno pregherà per gli angeli di Falcone e Borsellino.
E gennaio è anche dentro le mura a ricordare che la vita va avanti.
Maruzza
Ringraziamo Vincenzo Smriglio per la bellissima – ed evocativa – foto di copertina.