Ma… il carretto siciliano l’hanno inventato i Greci? – di Marcello Troisi

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Ma… il carretto siciliano l’hanno inventato i Greci?

Mi trovavo al Museo Salinas di Palermo con i miei due “soci” di Palermo Felicissima: Marcello e Antonella.

Trovo il Museo Salinas emozionante, incredibile. C’ero già stato per l’inaugurazione ed adesso, dopo avere da poco visitato il British Museum di Londra con le sue sale archeologiche, mi rendo conto di quanto veramente altissimo ed importante sia il contenuto della collezione palermitana. Lo raccomando vivamente.

Carrretto siciliano e fregi greci
Urna cineraria con fregio

Dicevo, mi trovavo al museo, quando Marcello (l’altro, il fotografo, lo scettico, lo scrittore insomma) mi guarda con aria interrogativa ed ammiccante, guardando di traverso. C’è da dire che quando usciamo insieme, noi due Marcelli, spesso non parliamo esplicitamente ma ci basta uno sguardo per soffermarci su qualcosa che, al volo, ci ha contemporaneamente colpito e di cui sorridiamo con complicità. Ma stavolta lo sguardo era diverso, intenzionale!

Seguo lo sguardo: le mie due pupille si incrociano su un’urna cineraria etrusca con iscrizioni in greco antico. Marcello, con aria scaltra mi fa notare la somiglianza con le tavole della Chanson de Geste, raffigurate sui fianchi dei carretti siciliani e che narrano le gesta di Orlando, Rinaldo, Carlo Magno ed i paladini di Francia.

Mi fa: “non potrebbe essere un carretto siciliano?”

Miiii, non me lo dovevano dire! Gravissimo fù!

Parto col viaggio della memoria e ricordo di avere visto disegni simili a quelli del “Carretto” sulle vecchie corriere Turche, Albanesi, perfino in Pakistan.

Stile carretto in Pakistan

Scattano le ricerche ed ecco quello che oggi racconto, anche se lo sapevamo tutti da sempre:

siamo Greci, e questo ce lo dicono i genetisti studiando il nostro DNA. La Sicilia fu parte della Magna Grecia insieme all’area Mediterranea e Mediorientale. Ma se chiedi al Palermitano ti dice: “siamo Arabi”. Questo non è del tutto vero o è vero solo per il periodo relativamente più recente, perché per millenni siamo stati greci, ne abbiamo ereditato la cultura, la storia, le tradizioni ed abbiamo fra i più begli esempi di architettura Ellenistica. Abbiamo nel dialetto ancora parole greche, addirittura un verbo, l’Aoristo, il cui vero e proprio modo sopravvive solo qui!
(Ma a questo ho dedicato un post: Il dialetto palermitano e l’aoristo greco).

D’altronde, mi fanno notare amici esperti, storici veri o semplicemente viaggiatori, che l’impero Macedone di Alessandro si estese fino ai confini dell’India.

Impero Macedone
Impero di Alessandro Magno
Le scene che ho trovato raffigurano fregi greci, che erano policromi a colori vivacissimi, proprio come i disegni sui carretti. Rinaldo sfida l’avversario così come Ettore sfidò Achille, nelle stesse pose e con gli stessi colori!

I carretti siciliani ho voluto confrontarli (nella galleria sottostante) con i fregi greci ma anche con altri mezzi provenienti da altri paesi, con una delle Fiat 500 disegnate “a carretto” da artisti Agrigentini
Fiat 500 stile carretto
paragonata ad una Volkswagen pakistana.

e a un Autobus mediorientale.

Lo stile “carretto”, sia esso greco o siciliano, piace agli stilisti. Infatti lo scoprirono negli anni ‘60 producendo una serie di borse stile “coffa” (sacco di paglia con specchietti e decorazioni, per

Stile carretto Dolce & Gabbana

contenere la biada dei cavalli) viste addosso a Jacqueline Onassis ed altre VIP dell’epoca ed oggi Dolce & Gabbana con la linea “Carretto.”

Lascio altri commenti alle immagini, sperando di aver coinvolto alcuni di noi in altre riflessioni sulle nostre origini e la nostra cultura.

[Marcello Troisi]

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