Le perle di Franca Florio – di Antonella Ferraro
Le perle di Franca Florio – di Antonella Ferraro
Il ritorno del ritratto di Donna Franca Florio diventa un grande evento di Palermo capitale italiana della cultura 2018.
Il celebre dipinto di Giovanni Boldini, simbolo della bella époque è anche simbolo di una femminilità senza tempo.
Raccontano gli storici che la Regina Elena, temendo il confronto con Franca Florio, non volle venire in Sicilia ad una prima del Teatro Massimo, dove invece partecipò Re Vittorio Emanuele III.
Nel dipinto, la famosa collana di perle di Donna Franca è al centro della figura.
Ci si chiederà: come mai il quadro è in esposizione a Villa Zito?
Semplicemente perché questo è stato il luogo in cui Donna Franca organizzava ricevimenti, feste in maschera, feste da ballo, giochi per i bambini, eventi ufficiali e mondani.
Il racconto dello storico Vincenzo Prestigiacomo
Vincenzo Prestigiacomo, giornalista e storico siciliano esperto della storia della famiglia Florio, durante la presentazione del quadro a Villa Zito ci ha raccontato alcuni stralci della vita di Donna Franca, spesso contornati da aneddoti divertenti.
Racconta Prestigiacomo :
Franca è una ragazza virtuosissima: a sedici anni suona il pianoforte ed è già un donna bellissima. Si veste molto bene ed i suoi vestiti sono confezionati dalle sartorie alla moda quali la Turà e la sartoria Costa che rappresentavano due pregiatissimi atelier dell’epoca.
Quando Ignazio vede per la prima volta Franca se ne innamora perdutamente.
La fama che precede Ignazio non è proprio quella di un santo in quanto si racconta che gli piace passare il suo tempo in mondanità e con signore sposate…
Ignazio era un bel ragazzo, molto sportivo e amava andare a vela. La sua barca “Queen” era velocissima, così da consentirgli spesso di andare a Montecarlo ed intrattenersi con la famiglia Grimaldi, principi di Monaco.
Per dare un’idea sulla ricchezza dei Florio (che, riportando la storia ai tempi moderni, erano molto più ricchi degli Agnelli di oggi), quando Ignazio senior sposò la figlia Giulia, diede in dote al Principe Lanza di Trabia 4 milioni di lire di quell’epoca; cioè una cifra spaventosa, considerato anche che il costo della mano d’opera dell’epoca ed il costo della vita erano bassi. Per dare un idea, 4 Milioni di Lire del 1900 corrispondono a circa 19 Milioni di Euro di oggi!
Con questa cifra la famiglia Lanza di Trabia poté cominciare a restaurare Palazzo Butera, Terre Rosse, Villa Trabia di Bagheria, etc.
Ignazio junior e Franca iniziarono ad amoreggiare tramite una corrispondenza di lettere piene d’amore.
A questo punto il barone e la baronessa decisero di allontanare Franca da Ignazio perché, visto che il ragazzo aveva una reputazione discutibile, per loro non andava bene. Così si trasferirono a Livorno, pensando che la lontananza avrebbe fatto dimenticare questo amore. Invece la lontananza avvicinò ancor di più i due ragazzi. Loro si scrivevano lettere piene d’amore. Una di queste venne intercettata dal barone il quale capisce che è arrivato il momento di fare questo matrimonio.
In questo frangente, in maniera inaspettata, la Baronessa D’Ondes Trigona madre di Ignazio si oppone al matrimonio perché non può accettare tutte le maldicenze dette sul figlio: “Ma come!? Prima tanta cattiveria ed ora vogliono organizzare il matrimonio? Giammai!”
Nonostante tutto, l’11 Febbraio 1983 il matrimonio si fece e si celebrò a Livorno con una cerimonia molto sobria.
Dopo il viaggio di nozze rientrarono a Palermo.
In quel periodo si trovava a Palermo il compositore e musicista Johannes Brahms il quale decise di fare un regalo alla famiglia Florio e, durante un ricevimento, regalò loro il suo pianoforte, esibendosi per un gruppo ristretto di partecipanti! Il pianoforte che fu suonato da Brahms durante il ricevimento, si trova tutt’oggi nella sala centrale della casa “Ai Quattro Pizzi”, dove lo si può ammirare.
Franca è una donna brillante, è una donna che frequenta molti salotti, però aveva un rapporto difficile con Tina Whitaker, rampolla della potentissima famiglia palermitana di origine inglese. Anche Tina era una donna molto in gamba, conoscitrice di molte lingue, teneva buoni rapporti con l’Inghilterra ed intratteneva ottimi rapporti con i relativi regnanti.
Per via della bonaria rivalità fra le due dive, se c’era un festeggiamento fissato per le ore 18:00, Franca arrivava quando gli altri andavano via. Questo atteggiamento faceva innervosire Tina Whitaker! Infatti, vista la competizione che si era creata tra le due donne, Franca arrivava appositamente tardi per non dare soddisfazione alla sua “amica”.
Sappiamo che Vincenzo Florio dipinge Franca con la sua solita collana ma, alla fine della stessa, come ciondoli che scendevano, aveva dei fili con dei burattini, e intitolò l’opera “La donna ed i suoi burattini” per far capire che lei era una donna che tirava le fila della società di allora.
La notorietà della buona società palermitana arrivò fino alla corte dello Zar di Russia. Oggi tra le tante cose si sta pensando di fare un gemellaggio tra la città di Petergòf (Russia) e Palermo perché quando gli Zar vennero a Palermo, la zarina si innamorò così tanto dei quattro pizzi dell’ Arenella che la fece ricostruire esattamente uguale a Petergòf. La città è una reggia dello zar, sulle rive del Golfo di Finlandia. Fa parte delle Sette meraviglie della Russia.
Questo proprio per dire quanto Franca Florio fosse una intrattenitrice di rapporti internazionali.
Sulla storia/favola della collana di perle di Donna Franca si è detto e scritto moltissimo.
Ci chiarisce le idee in merito Vincenzo Prestigiacomo.
Prestigiacomo nel 1988 va a Palazzo Costaguti a trovare Giulia, figlia di Ignazio Florio e Franca Florio.
-“Senta ma è vero che la collana di sua mamma era lunga otto metri?”’
-“No guardi mia madre era alta 1,73 e la collana era lunga 1,40 e mio padre ne comprò un’altra di 1,80”
-“Senta Marchesa ma è vero che Franca sua madre si fece porcellanare il viso?
-“Ma no, mia mamma usava molto curarsi ma parlare di viso porcellanato, assolutamente no”
-“Senta, ho letto che quando a Palermo venne ad esibirsi il soprano Lina Cavalieri, “La donna più bella del Mondo”, c’è stato un po’ di trambusto. Per l’occasione il Barone Airoldi organizzo una claque voluta da Franca con una quarantina di loggionisti che fischiavano” (Per chi non lo sapesse c’era stata una relazione tra Lina Cavalieri e Ignazio Florio e quindi i fedelissimi di Franca la sostennero fischiandola!)
-“Si è vero, però… mia madre applaudiva”
-“Senta ho letto che proprio in quella occasione sua madre tradì suo padre con il Barone Tonino Bordonaro…”
-“Cosa dice, voi scrittori e giornalisti per inventare le cose siete tremendi!”.
Bisogna sfatare la favola che questa collana, regalata da Ignazio, le fu donata per farsi perdonare i suoi tradimenti. Si diceva che ogni perla simboleggiava ogni tradimento!!!
Feste, tradimenti, regali, viaggi, visite ai regnanti, moda, beneficienza, lusso ed attività imprenditoriali attorno a Franca Florio ed il mondo che la circondava erano l’immagine di un’epoca “felicissima”, che non c’è più.
Ricorda Chico Paladino Florio: “da bambino incontravo a Favignana un signore anziano. Già all’epoca avrà avuto una novantina d’anni e mi raccontava della sua esperienza con i Florio. Ne parlava con le lacrime, piangeva e diceva che quello era stato un periodo unico che non si sarebbe più ripetuto. Grazie a questa famiglia noi abbiamo avuto un’identità che altrimenti non avremmo potuto avere. Una identità positiva della Sicilia.
Identità che purtroppo abbiamo perso negli anni successivi perché nel distruggere il sud di è distrutta anche la nostra identità.
Noi siciliani non abbiamo fatto nulla per riprenderci quello che ci è stato tolto ed ancora oggi e così.
Per concludere, qui di seguito le riflessioni di chi ha assistito ed ha ascoltato questi appassionanti racconti.
MARUZZA
E’ una storia d’amore quella che raccontiamo, una storia d’amore per un quadro, per una città per una donna.
Donna Franca Florio.
Nell’immaginario bellissima, altissima, elegantissima; invece non bellissima ma affascinante.
Donna Franca Florio, donna moderna per i tempi in cui ha vissuto, colta, basti pensare che sapeva parlare inglese francese e tedesco oltre ovviamente all’italiano e io la immagino anche intercalare in siciliano, come è giusto che sia.
Una donna che ha reso la Sicilia bedda assai, con il suo essere femmina e donna altruista, generosa: dobbiamo ai Florio e quindi a lei, la costruzione dei nostri ospedali; dobbiamo ai Florio, e quindi a lei, la presenza degli asili nella tonnara di Favignana dove le donne lavoravano i tonni per la piccolezza delle loro mani, fatte appunto per lavori più di fino mentre i mariti, pescatori, pensavano a pescarli, i tonni.
Dobbiamo a donna Franca le feste più eleganti, i balli in maschera, l’aver salvato la giovane Witaker dalla follia, forse, dopo essere stata rapita in tenera età e da Franca iscritta all’Istituto Cherubini, istituto di musica dove anche lei aveva studiato, per farla “svariare” come diremmo noi, dal suo dolore e diventata meravigliosa concertista.
E’ una storia d’amore come tutte le storie che muovono il mondo: Franca poco più che adolescente, innamorata del figlio del cocchiere, Pietrino (nome adorato, come il mio piccolo Pietro), innamorata dicevamo di Pietrino e con lui a dondolarsi nell’altalena, semplice amplesso dell’anima ma visto dal padre di lei come affronto.
Ed è anche l’amore che muove Franca verso il suo futuro marito quel dissoluto di Ignazio, come veniva visto all’epoca: giovane bello, ricco e innamorato della vita (e delle donne, giustamente). Il padre di Franca preoccupato la mandò a Livorno per allontanarla dal pericolo “Florio” ma grazie a Dio, all’epoca, c’erano le lettere già, si scriveva all’epoca e tra uno scritto e un altro si capì che i due giovani non potevano essere divisi e poi lui era un buon partito anche se “fimminaro”.
E si sposarono i due giovani e Franca fu degna e incantata donna Florio, rendendo la nostra Sicilia un luogo dove era bello venire, gli zar, i reali, tutti venivano qui per ammirarla e ammirare.
Oserei dire donna con gli attributi la Franca che tollerava i tradimenti dopo lo stretto ma dentro la sua terra giammai, che organizzò per lo spettacolo di Lina Cavalieri (sembra amante del marito oltre lo stretto) una claque di fischiatori ma lei, gran signora, l’applaudì.
Andatela a vedere il ritratto di donna Franca e fatevi raccontare la sua storia che io non so che altro dire tranne che resto incantata davanti al suo abito nero e alla sua collana di perle.
ANTONELLA
Donna Franca, donna all’avanguardia, donna intelligente ed altruista.
La vita di Franca Florio è una girandola di storie e di eventi molto interessanti.
Franca personaggio dal carattere poliedrico, furba e colta.
Quella che oggi definiremmo una “donna in carriera”.
Franca Florio è un esempio di femminilità e sensualità, vissuti ed intesi come il complesso delle sue caratteristiche: psicologia, atteggiamenti, grazia, delicatezza ed anche facoltà e sensibilità.
Franca Florio lascia un’eredità morale ed intellettiva di grande riguardo perché è stata una donna che ha saputo vedere oltre, una donna che aveva capito, (con grandissimo anticipo), che l’innovazione è la molla per andare avanti e bisogna andarci prima degli altri.
L’esempio che i Florio ci hanno lasciano è un patrimonio che dovrebbe indurci a riflettere. Si tutti dovremmo riflettere.
Penso che noi siciliani siamo ben consci delle nostre capacità, della nostra cultura e del saper vedere oltre.
Se ci fermassimo e facessimo mente locale su tutte le potenzialità sprecate…scusate ma sto divagando.