Evgeny Antufiev When Art became part of the Landscape. Chapter I
(riceviamo e pubblichiamo)
Evgeny Antufiev
When Art became part of the Landscape. Chapter I
16 Giugno – 4 Novembre 2018
Museo Archeologico Salinas
A volte non possiamo separare l’arte dal paesaggio.
Come le statue romane divennero parte del paesaggio
e i vasi etruschi dei sotterranei;
le colonne di marmo crescono come alberi,
i tumuli diventano colline,
I cubi dei templi russi spuntano come colonie di funghi,
le statue scite di pietra custodiscono le steppe.
La vista percepisce l’arte antica come parte del paesaggio
come laghi, fiumi, montagne e valli.
L’arte antica è organicamente costruita nell’universo
e ne diviene parte. (EA)
Il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo, in collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, presenta una mostra personale dell’artista russo Evgeny Antufiev:
Evgeny Antufiev. When Art became part of the Landscape. Chapter I
L’esposizione sancisce la collaborazione tra uno dei più prestigiosi musei archeologici dell’area del Mediterraneo e un’importante istituzione culturale privata italiana dedicata al contemporaneo che per prima ha portato l’artista russo in Italia con una grande mostra nel 2013 e che ne continua a sostenere la ricerca.
La mostra a cura di Giusi Diana è stata inserita negli Eventi Collaterali di Manifesta 12 e rappresenta un ideale collegamento con l’ultima edizione di Manifesta 11 tenutasi a Zurigo nel 2016 in cui Antufiev, invitato dal curatore Christian Jankowski, ha presentato una complessa installazione Eternal Garden nella Wasserkirche presso l’Helmhaus e opere al primo piano del Löwenbräukunst.
Il Museo Archeologico Salinas, il più antico dell’Isola, è la più importante istituzione museale pubblica dedicata all’arte greca e punica in Sicilia, e si è da poco aperto al contemporaneo.
Come dichiara Francesca Spatafora, direttrice del Museo:
“Il presunto distacco tra l’arte del passato e quella del presente è solo una percezione erronea. Come museo archeologico stimoliamo i visitatori ad abbattere questo pregiudizio ricorrendo allo sguardo degli artisti contemporanei che ci ai utano a ridefinire il rapporto con le opere d’arte antica attraverso una sensibilità nuova”.
Affermazione in linea con quanto lo stesso Antufiev sostiene: “Solo la nostra ostinata volontà di voler scoprire una novità, di volerci sentire diversi da ciò che ci ha preceduto ci fa credere che esistano un’arte antica e una contemporanea. Forse esistono artisti morti e artisti viventi […] ma l’arte è esattamente ciò che va al di là dell’artista, della sua semplice esistenza. L’arte, in fondo, è solo l’opera”.
L’intervento di Evgeny Antufiev all’interno del percorso espositivo del museo archeologico, vuole sottoporre questo assunto a un’affascinante e stimolante verifica. La mostra ci offre così una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista dei nostri tempi. Secondo questa visione il museo archeologico diventa a tutti gli effetti un museo d’arte contemporanea, perché – per dirla con le parole di Antufiev –”
Noi siamo contemporanei di tutta l’arte che ha visto la luce e si è conservata”
Il percorso espositivo della mostra, si articolerà attorno al Chiostro Maggiore, nel portico e all’interno del giardino, per poi svolgersi lungo l’intero piano terra, e nell’Agorà, recentemente inaugurata; con interventi in dialogo e in contrappunto con i reperti e gli artefatti del museo tra cui il complesso delle gronde leonine del Tempio della Vittoria di Himera e la grande maschera della Gorgone.
In mostra una trentina di opere: dalle sculture in legno intagliato, alle fusioni, alle terracotte, tutte formalmente connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Tra di esse assume particolare rilievo l’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri- anima col suo peculiare sguardo, declinando una “invocata immortalità”, elemento fondante in tutta la sua ricerca artistica.
Negli ultimi anni Antufiev ha esplorato la cultura del la Magna Grecia e quella etrusca in Toscana, Lazio e Sicilia avviando un’interessante produzione di lavori in ceramica proprio in Italia – durante una residenza al Museo Zauli – sperimentando terre e cotture differenti, creando speciali patine interamente con materiali organici. Questi artefatti saranno presenti in mostra.
Le ceramiche – così come le fusioni e gli oggetti in legno intagliato – giocano con trame speciali: superfici ossidate e/o invecchiate, che evocano antiche scoperte e ci appaiono come un “dono” rinvenuto nel paesaggio, divenendo parte della Natura stessa.
L’esito formale è assolutamente unico, intrigante e labirintico: le sue opere assumono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, ma inevitabilmente filtrate dalla cultura visiva del suo paese di provenienza (la Siberia) oltre che dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.
La mostra è realizzata in collaborazione con
Hanno inoltre supportato il progetto:
Silvana Editoriale, Milano; Museo Carlo Zauli, Faenza; Sara Zanin Gallery, Roma; Coopculture, Sicilia
Evgeny Antufiev When Art became part of the Landscape. Chapter I
a cura di Giusi Diana
(testo e foto a cura dell’organizzazione di MANIFESTA 12)