Quel che resta di una grande Azienda, di Antonella Ferraro

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Tutti noi abbiamo “vissuto, visto e sentito” della chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.

E’ proprio vero, se le notizie le apprendi dagli altri o le vedi attraverso i mass-media hanno un sapore ed un peso.

Quando le vivi di persona o vengono raccontate dalle persone che le hanno realmente vissute, allora tutta la prospettiva cambia.

Per motivi di lavoro ho vissuto una giornata all’interno degli stabilimenti con una piccola parte degli ex dipendenti.

Che dire ho provato sofferenza, dolore e rabbia.

Ho ascoltato le loro storie. Tutti hanno parlato e raccontato con una dignità fuori dal comune.

Oltre la perdita di lavoro che già da sola è terrificante si è anche aggiunto la desertificazione di tutto ciò che c’era intorno.

Cioè tutte le attività parallele e complementari che erano sorte nelle immediate adiacenze sono state chiuse. Insomma tutto quello che era stato creato attorno è andato finito.

L’indotto è andato distrutto.

Una di “loro” mi ha fatto visitare parte dell’azienda – vuota, silenziosa.

Mi ha chiesto: lo senti questo silenzio insopportabile? Prima quando tutto funzionava non riuscivamo a sentirci anche se parlavamo ad un metro di distanza!!!

Ho visto persone deluse, arrabbiate, preoccupate ma allo stesso tempo fiduciose. Alcuni hanno fatto la scelta di andare via, altri per molteplici motivi no.

Molti di loro avevano fatto dei progetti, stavano inseguendo dei sogni che però sono andati infranti. Bruttissimo.

Mi hanno raccontato tante esperienze.

Qualcuno ricordava la contentezza di avere fatto anche 15 ore di turno continuato, di avere lavorato la vigilia di Natale, i fine settimana sempre contenti di avere un lavoro “certo”, contenti di stare realizzando i loro progetti…

Altri raccontavano che lavorare in Fiat rappresentava la certezza, questo veniva considerato un impiego migliore di tanti altri.

Dalle loro parole trasudava l’orgoglio di essere stato prima figlio di impiegato alla Fiat e poi impiegato a loro volta.

Sentirli parlare è stato emozionante, mi hanno trasmesso speranza. Vederli sorridere nonostante tutto incoraggiante.

Bella gente, gente forte con una spina dorsale che non si flette!

 

 

 

Quel che resta di una grande Azienda

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