Frugando tra i mercati di Palermo. Una foto, una storia: Andrea Ardizzone e Gaetano Basile.
E’ con grandissimo piacere che Palermo Felicissima incontra Andrea Ardizzone e Gaetano Basile, il cui libro è “perfetto” per le pagine del nostro blog. Parole e fotografia, il nostro pane quotidiano, declinate come meglio non si potrebbe.
Che dire ancora? Lasciamo a Gaetano Celauro il compito di trasportarci, insieme ad Andrea e Gaetano, tra i mercati di Palermo…
Frugando tra i mercati di Palermo. Una foto, una storia (Edizioni d’arte Kalós, 2019) è un volume che mette insieme un binomio di eccezione, un’accoppiata vincente, Gaetano Basile e Andrea Ardizzone, due eccellenze nei loro rispettivo campi, quello della narrazione di storie riferite alla terra di Sicilia e quello della migliore fotografia d’autore.
Ne è scaturita un’opera veramente riuscita in quanto le splendide foto unite al commento arguto e sapiente rendono di estremo interesse e curiosità la visione delle foto e la lettura del testo.
Palermo non è una città che lascia indifferenti nei suoi luoghi e nelle persone che la abitano e girando tra i suoi vicoli e strade se ne colgono gli eccessi che la rendono vieppiù attraente nei suoi colori, odori e umori. Il cibo di strada è protagonista principe delle strade, specie nelle zone del centro storico e dei mercati principali, Ballarò, il Capo e la Vucciria.
I mercati “raccontati” in questo pregevole testo sono il cuore di Palermo dove brulica gente proveniente da tutto il bacino del Mediterraneo e altre ancora dall’est Europa come pure dal vicino Oriente. Mercati attorniati ancora da macerie che risalgono al secondo conflitto mondiale, cornice di questo insieme di uomini e di merci.
Ballarò non era di certo tra i mercati più famosi di Palermo; lo è stato in passato molto di più la Vucciria, immortalata da Guttuso in uno dei suoi quadri più rinomati che ne raffigura un significativo angolo ora del tutto irriconoscibile per lo stato di degrado e abbandono.
Un altro mercato antico, sempre frequentato è quello del Capo che insiste su una zona della città che non ha subito lo spopolamento come altre.
Particolarità di questo mercato raffigurato nelle foto è di avere la sede del franchising dello “sfincionello” che viene venduto dai “lapini” per le strade della città e sulla scorta di una leggenda metropolitana vi è in quei luoghi quella presunta sede dei Beati Paoli con un targa specifica che ne segnala la allocazione; caratteristica è la sartoria “musicale” di Andrea Vajuso dove si eseguono canzoni del repertorio napoletano migliore.
La Vucciria a cui si accede tramite una scalinata che testimonia il dislivello che prima intercorreva con le strade limitrofe, è divenuto luogo di movida notturna che ne ha snaturata la sua destinazione di mercato. Un passaggio del libro significa lo stupore e lo sgomento per la trasformazione avvenuta:
mi sono risvegliato che era già domenica mattina a Piazza Caracciolo. Attorno a me tanti tavoli di bar affollati che poveracci non hanno capito dove sono capitati. Qualcuno legge ancora con attenzione la Guida e si guarda attorno smarrito. È come se uno tsunami avesse cancellato tutto di botto, portando via ogni cosa di quel mercato immortalato da Renato Guttuso.
Lo spopolamento progressivo dei quartieri del centro storico, in ragione della ricerca di una migliore vivibilità ha provocato una crisi anche di questi mercati storici.
Vi sono altri libri sui mercati di Palermo, ma Frugando tra i mercati di Palermo. Una foto, una storia ha un valore aggiunto che non viene solo dalle fotografie, ma dal fatto che queste non sono a corredo al testo. Dalla suggestione dell’immagine, vengono infatti fuori ricordi, emozioni e racconti che solo Gaetano Basile è capace di narrare e che fanno di questo volume un unicum ineguagliabile.
Le immagini sono sempre intriganti e mai banali, dal pesce spada nelle balate, al venditore della frutta sistemata ad arte ed ancora il negozio di immigrati e le variopinte scritte sui muri, un mondo, un insieme cosmopolita che richiama un antico vissuto ed un passato mai del tutto trascorso.
Gaetano Celauro
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