I ragazzi del Cannizzaro raccontano: Il Giardino Inglese
a cura della prof.ssa Maria Teresa Calcara e dei Ragazzi del Liceo Scientifico Stanislao Cannizzaro di Palermo.
Il giardino all’inglese era un tipo di giardino in voga dal Settecento. Al contrario quindi dei giardini “all’italiana”, caratterizzati dalla divisione geometrica degli spazi, quello “all’inglese” si basa sull’accostamento di elementi naturali e artificiali: asperità del terreno, grotte, ruscelli e alberi secolari, insieme a pagode, pergole, templi e fontane.
Questo tipo di giardino segue di solito le caratteristiche del terreno, ed è ricco di elementi naturali. Uno dei giardini inglesi più importanti d’Italia è proprio questo,nel cuore di Palermo, nel bel mezzo della centralissima Via Libertà.
Il progetto del giardino fu affidato al giovane architetto Giovan Battista Filippo Basile con la sovrintendenza e la consulenza del collega più anziano Carlo Giachery e del professor Vincenzo Tineo direttore dell’Orto Botanico.
L’impianto generale, esteso su un’area di circa cinque ettari fu organizzato utilizzando in modo da creare un paesaggio romantico ma simile alle forme irregolari della campagna.
E’ il giardino più conosciuto e frequentato dai cittadini – proprio in virtù della sua posizione centrale ed è ricco di piante secolari (come gli immancabili ficus che abbiamo trovato in altre ville di Palermo e a Piazza Marina) e di piante esotiche provenienti dall’Africa e dall’Asia, che Basile volle inserire nel suo progetto originale, come tributo al leggendario giardino delle delizie dell’emiro Ibn Hawqal.
Quando era stato ideato, nel 1850, questo spazio verde non aveva ancora un nome: doveva essere un ampio giardino “all’inglese” che doveva allietare la passeggiata del popolo palermitano lungo la nuova arteria stradale che da Porta Maqueda doveva raggiungere la piana dei Colli.
Questa via doveva chiamarsi “Strada della Libertà”, in onore ai moti rivoluzionari del 1848 che avevano appunto ottenuto la libertà dal governo borbonico.
La successiva restaurazione borbonica, nel 1849, spense i sogni di indipendenza dei siciliani ma il Luogotenente generale del regno in Sicilia, Carlo Filangieri principe di Satriano, non si oppose alla costruzione della nuova strada, ma volle cambiare il nome di «Libertà», troppo rivoluzionario, con quello di “Strada della Real Favorita”.
Così, i lavori cominciarono e un anno dopo la strada aveva congiunto il piano S. Oliva fino al Reclusorio delle Croci. A completamento di questo primo tratto, furono acquistati ventimila metri di terreno per realizzare un ampio giardino “all’inglese”….
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