Gli altri siamo noi.
Un’attività che vi consiglio di fare è quella di passeggiare, anche senza meta, con la macchina fotografica al collo e fermarvi a parlare con le persone. Noi di Palermo Felicissima lo facciamo sempre, e da qui spesso si originano le nostre storie. Vita vissuta, aneddoti, leggende che poi stimolano la nostra (e vostra) curiosità e che poi, più o meno felicemente, proviamo a raccontarVi.
Stamattina, passeggiando, mi son fermato ad osservare disegni, graffiti sui muri, manifesti strappati, lodi e ‘nciurie”. Sul portone di un magazzino faceva bella mostra di sé una scritta (Matteo e Toni sono…) cui una mano (pietosa?) aveva cancellato il resto. Ho provato a domandare, ma la scritta era vecchia e nessuno ha saputo (voluto?) dirmi di più.
Chi sono Matteo e Toni? Due balordi? Due compagni di gioco? Due campioni dello sport? Due fidanzati?
La mia immaginazione ha subito pensato ad un termine orribile: Matteo e Toni sono f…. (scusate, ma abbiamo dovuto “cassare il termine” perchè censurati per un pensiero che non è assolutamente da ascrivere al nostro blog e che era stato inserito per contestarlo e non per condividerlo) Che a Palermo, specie in un quartiere “popolare” come quello dove ho scattato la foto è una condanna senza appello.
Lo so, magari non è vero niente e mi sto costruendo un film sulla base del nulla, ma la mano che ha coperto il resto della frase mi ha portato, pregiudizialmente, a pensare il peggio.
Ed in questa ipotesi mi sono visto nei panni del papà di Matteo, in quello di Toni, che vedono i loro figli dileggiati pubblicamente per un atto di amore. Ed ho immediatamente “ripercorso” i bei, lunghi discorsi con i miei “soci” Antonella e Marcello, cui mi unisce la convinzione che
Allah come Gesù, in chiesa o dentro una moschea
E gli altri siamo noi, ma qui sulla stessa via
Vigliaccamente eroi lasciamo indietro i pezzi di altri nomi
Che ci aspettano e si chiedono
Perché nascono e subito muoiono
Forse rondini, foglie d’Africa
Ci sorridono di malinconia
E tutti vittime e carnefici, tanto prima o poi
Gli altri siamo noi (*)
Gli altri siamo noi
Qui, nel nostro gruppo, non esistono differenze di razza, sesso, lingua, religione, ceto sociale. Palermo è Felicissima anche di accogliere le differenze, le diversità.
Siamo tutti altri di qualcuno.
Penso ancora a Matteo e Toni, penso a chi ha coperto il resto della frase. Che sono sicuro finisca così
Matteo e Toni sono Felici.
(*) gli altri siamo noi, di Umberto Tozzi