Shay Frisch allo Zac di Palermo, di marcello mussolin
In corso a Palermo, fino al 19 novembre, la mostra dell’artista israeliano Shay Frisch. Più che una mostra, è una istallazione unica che occupa lo ZAC, il magnifico “hangar” dei cantieri culturali della Zisa, uno degli spazi espositivi del Comune di Palermo più apprezzato dagli artisti.
Una installazione, dicevamo, che “vibra come un unico campo magnetico”, per dirla con le parole di Achille Bonito Oliva che riporteremo pure in seguito, sia per la sua forza “elettrica”, composta com’è da migliaia di prese e spine strettamente allacciate e percorse da una corrente viva, che sembra scorrere come sangue, che per il suo grande nucleo centrale, un magneticissimo, anche per lo sguardo, bersaglio di luce che attrae ed affascina.
Ed ancora, un unico campo magnetico che staresti ore a fotografare, traendone spunti e reinterpretando l’arte, essendo la fotografia arte essa stessa e non mera riproduzione dell’esistente.
Lascio alle parole di Achille Bonito Oliva, tratte dal catalogo della mostra, il commento sull’artista.
“II sistema di più campi tesi fa vibrare un unico campo magnetico che permea Io spazio espositivo dello ZAC… il mattone adoperato è elemento modulate deII’intero sistema combinatorio di spine e prese elettriche di comune circolazione… Una superficie monocroma sotto cui cova l’elettricità.
Si configurerà un’opera che mette in mostra l’elemento strutturale deII’arte, la Luce, in tutto il suo ardore, definendone visivamente la natura interiore, energia che si espande, si cela e si fonde nella stesura modulare di una superficie leggermente increspata.
La paradigmatica essenzialità di Shay Frisch e la riduzione deII’esercizio creativo Io porta alla limpidezza del gesto controllabile e ripetibile.
Slancio eppure precisione chirurgica sostengono la strategia creativa che imprime forma alla materia e la smaterializza nella dimensione installativa… Dunque questo è l’approdo di un artista che, partito da uno spazio vagabondo, ha adottato la dinamicità come sistema intrinseco alto spazio stesso, un sistema combinatorio di relazioni mobili: il campo che crea accordi tra i vari punti dell’installazione, affidandone la definizione ad una corrente, al flusso interno alI’opera. Avvento visivo di una profezia, quella filosofica di Merleau-Ponty che prefigura per l’arte contemporanea forme temporali.
Shay Frisch conferma la linea di ricerca primaria condotta dalla Minimal Art, con un’analisi degli elementi fondanti pittura e scultura: Luce e spazio…. La Luce viene evidenziata, resa volumetrica per un assetto formale che la inquadra e la inscatola concretamente nello spazio.
In definitive I ‘opera “illuminata” di Shay Frisch mostra Una forte tensione con lo spazio in Cui è calata. Una intenzione vaporizzata nello spazio. Come nella pittura di Rothko la forma si scioglie sotto lo sguardo dello spettatore ed acquista una forza liquida ed invasiva. La geometria del buio apre Ie sue feritoie e consegna alla mostra vista tracce e giacimenti di luce.
Una intensa spiritualità segna l’opera radicalmente aniconica dell’artista israeliano, epifania sospesa o rallentata… Shay Frisch opera Sulla ambivalenza di un furore creativo che gioca tra sapiente svelamento e sublimazione dell’energia, tra il rumore della Luce ed il silenzio del modulo, tra compostezza e potenza… accende insieme spiritualità della forma e modularità della ragione, sotto i nostri occhi appare un campo silenzioso abitato, una ragione profonda.”
marcello mussolin
Foto di marcello ed elena.
Opera interessantissima ed originale. Benché ricca di spunti fotografici non è proprio facile fotografarla, quindi complimenti! Resto d’accordo con Marcello di valutare le foto come opere a se.