Cantieri culturali a Palermo, di Maria La Bianca
Il tempo rovina sulle cose.
Veli di stupore e macerie
fanno a gara
ad incatenare gli occhi
di chi passa.
C’è voglia di nuovo in chi resta
in questo posto operoso a recuperarne l’anima e la sua natura.
Flessibile.
Questo posto è un’isola doppia
nel mare popolato delle case
intorno di sguardi dalle imposte aperte
e trasparenza di gesti quotidiani
tra le tende.
Qui invece crescono alte le erbacce
tra i relitti di vestigia non ancora antiche
muri a cadere e ferro
il rosso della ruggine e dei tetti.
E poi c’è il gruppetto di studenti in attesa
voci giovani e fumo
spazi ampi
vuoti
pieni
di immagini ferme e silenzio
pellicole sullo schermo in tutte le lingue del mondo.
E musica
tamburelli e cornamuse
per i passi di danza
la sera. Questo posto ha la magia della vita
che non si arrende officina e cielo aperto sulla storia
di una città persa nel carico della sua memoria.
maria la bianca
(foto mm)